Cookie Policy     Chiudi

Questo sito non utlizza cookies.
Per maggiori informazioni leggi la nostra Cookie Policy

Quaderni di Formazione online

20

23

Quel Pane da spartire - Teoria generale della necessità di redistribuire il lavoro

(II Parte)

 

GIOVANNI MAZZETTI

Scarica il Quaderno

“Si sente comunemente dire da parte della gente che l'epoca di enorme progresso economico che ha contraddistinto il secolo XIX si è conclusa; che il rapido migliora¬mento nelle condizioni di vita ora subirà un rallenta¬mento. Credo che questa sia una interpretazione decisa¬mente sbagliata di quanto sta accadendo. Non stiamo soffrendo dei malanni della vecchiaia, ma di quelli di una crescita troppo rapida, di ciò che è necessario per garantire l'adeguamento da una fase economica a un'altra.”

 

John M. Keynes, Economic Possibilities for Our Grandchildren

Presentazione

 

Pubblichiamo qui la seconda parte di Quel pane da spartire. Nella prima parte, uscita a luglio, abbiamo spiegato perché, per procedere coerentemente ad affrontare il problema della disoccupazione nella forma in cui si presenta oggi, occorre sviluppare una teoria che tenga conto delle novità sopravvenute nell’ultimo secolo grazie allo sviluppo garantito dai rapporti capitalistici prima e dallo Stato sociale keynesiano poi.

Abbiamo introdotto un concetto che il senso comune tende ad ignorare, quello di “riproduzione del lavoro”, analizzando i momenti nei quali quel processo sociale si articola.

In questa parte cominciamo invece ad approfondire questi momenti, partendo dalla rappresentazione della natura del lavoro salariato, come un modo particolare di produrre, che lo sviluppo economico finisce col far precipitare in crescenti difficoltà. Il lettore normale crede che ci sia ben poco da sapere sulla natura del lavoro salariato e sui limiti che ne possono ostacolare la riproduzione, perché tutti saprebbero bene o male di che cosa si tratta. Ma questa è un’ingenuità. Non a caso, quando Marx ha iniziato i suoi studi di critica dell’economia politica pensava di dedicare un intero libro all’analisi del lavoro salariato. Le prime riflessioni sulla natura di quel rapporto, svolte nei Manoscritti del ’44, lo spingevano a riconoscere che in esso si annidavano molte delle contraddizioni che sarebbero esplose con lo sviluppo della società borghese.

Quando nel 1845 imposta l’approccio metodologico che poi lo guiderà in tutte le sue ricerche sottolinea che “il modo di produzione non si deve giudicare solo in quanto è la riproduzione dell’esistenza fisica degli individui; anzi esso è già un modo determinato dell’attività di questi individui, un modo determinato di estrinsecare la loro vita, un modo di vita determinato.  Come gli individui esternano la loro vita, così essi sono.  Ciò che essi sono coincide dunque con la loro produzione, tanto con ciò che producono quanto col modo come producono”.

Ora, sia nel Capitale quanto nei Manoscritti (Lineamenti e successivi) Marx accenna in molti luoghi criticamente alla natura di quel rapporto attraverso il quale i lavoratori salariati intervengono nel processo produttivo, evidenziando che in nessun modo possono sperare in un’emancipazione dalla loro sudditanza se non “tolgono la propria condizione di vita”.  Ancora nel 1875, nella Critica al programma di Gotha, egli sottolinea il suo dissenso dal Partito Operaio Tedesco perché non tiene presenti i limiti del rapporto salariato e si affida invece ad un modo di sperimentare la realtà che coincide con quello dei propri avversari, che “naturalizzano” quel rapporto.  Scrive infatti: “I borghesi hanno ottime ragioni per attribuire al lavoro una soprannaturale forza creatrice, perché proprio dalla natura condizionata del lavoro risulta che l’uomo, possessore soltanto della propria forza-lavoro, deve essere, in tutte le condizioni sociali e culturali, schiavo di altri uomini che si sono resi proprietari delle condizioni materiali di lavoro.  Egli può lavorare soltanto con i loro permesso, soltanto con il loro permesso vivere”.

Nella terza parte affronteremo i cambiamenti che sono intervenuti con lo sviluppo dello stato sociale keynesiano e la crisi di questa formazione sociale.  Tuttavia, ritenendo che le considerazioni preliminari, che di seguito pubblichiamo, debbano essere tenute presenti prima di soffermarsi su quei cambiamenti, abbiamo deciso di separare i due passaggi analitici.  Speriamo che in tal modo il lettore riesca a cogliere meglio il ruolo di rottura che lo stato sociale keynesiano ha transitoriamente avuto, con la politica del pieno impiego, prima della sua crisi.

INDICE DELL'INTERA OPERA PUBBLICATA IN 4 QUADERNI

 

Quaderno 7/2018

INDICE

Premessa

Quel pane da spartire

 

Introduzione

II nocciolo della questione - L'impossibilità di espandere i! lavoro: stato stazionario o crisi? - Come battersi per la redistribuzione del lavoro? - La necessità di una teoria

 

Parte prima     Preliminari

1.  Il primo scoglio da superare

La disoccupazione e il senso comune - La disoccupazione come contraddizione - Gli inutili appelli alle responsabilità

2. Il processo di riproduzione del lavoro e i suoi momenti

II momento dei bisogni - II momento dell'oggetto del lavoro - II momento degli strumenti del lavoro - II momento della forza-lavoro - L'insieme dei quattro momenti

 

Quaderno 8/2018

Parte seconda     Verso una comprensione dell'attuale disoccupazione di massa

3. Lavoro e capitale

La forza-lavoro come merce - Ciò che è implicito nel rapporto mercantile - II lavoro come forza produttiva del capitale

4. La ricchezza del capitale e i limiti della sua riproducibilità

II predominio della forma valore - Lavoro necessario e accumulazione - I limiti propri del rapporto di valore

5.  Il problema dell'innovazione tecnica

II problema nella sua forma astratta - Lavoro risparmiato e lavoro reimpiegato - I presupposti dell'incremento della produttività del lavoro - I motivi dell'innovazione tecnica come fatto strutturale - Che fine fa la forza-lavoro resa disponibile?

 

 

Quaderno 9/2018

6. La rivoluzione keynesiana e la soluzione del problema connesso al continuo aumento della produttività

II rifiuto della contraddizione - Una fede nella produttività - Quando la fede nella produttività ha un senso - L'emergere del problema della domanda - Come il mancato consumo può limitare la produzione - La duplice natura del rapporto di denaro - Risparmio e riproduzione sociale - II problema del salvadanaio - Ma è sempre possibile investire su scala allargata? - II capitale tra riproduzione presente e riproduzione futura - II problema dell'abbondanza di capitale - II bisogno di una nuova misura della ricchezza

7.   Lo sviluppo dello Stato sociale

Misura e natura del cambiamento - Mutamenti di atteggia¬mento nei confronti della disoccupazione - Verso una politica del pieno impiego - La questione a monte della politica del pieno impiego - II passaggio cruciale verso il pieno impiego - II potere proprio dello Stato sociale - Necessità del deficit - II problema del denaro con cui pagare il deficit - Crescita del deficit e debito pubblico

8. La crisi dello Stato sociale e il ripresentarsi della disoccupazione di massa

L'arricchimento garantito dallo Stato sociale - I limiti propri dello Stato sociale - II precipitare della crisi - II reimporsi del rapporto mercantile - Perché la crisi dello Stato sociale era inevitabile

 

Quaderno 10/2018

Parte terza: Quali rimedi alla disoccupazione di massa?

9. Il problema delle priorità strategiche

Un motivo suonato da una orchestra stonata - Perché è necessario imparare ad ascoltare - Un quadro generale delle forze che si battono contro la disoccupazione

10. Il reddito di cittadinanza

Una confusione da evitare - Un possibile elemento contraddittorio – Un’obiezione spesso avanzata dai sostenitori del reddito di cittadinanza - II reddito garantito e le attività utili - La libertà che cerca di esprimersi attraverso il reddito garantito - Perché non è possibile cominciare dal reddito - Il punto debole della proposta del reddito garantito

11. I lavori socialmente utili o concreti

Una precisazione essenziale - II contenuto della proposta e i problemi che pone - La questione dello spreco - I problemi sottostanti allo spreco - Che cosa vuoi dire pro¬durre in forma socialmente utile? - La veste sociale del valore d'uso - Stato sociale e individuo sociale - In quale luogo va affrontato il problema dell'utilità sociale dell'attività? - L'errore cardinale dei sostenitori dei lavori socialmente utili - Perché i lavori socialmente utili rappresentano una non soluzione - Un passaggio risolutivo - Quali ipotesi per un'alternativa?

12. Come si pone il problema della redistribuzione del lavoro

Perché non basta dire: «lavorare meno, lavorare tutti» - Per rendere il conflitto produttivo - I tratti comuni e la differenza essenziale

 

Quaderno 11/2018

Parte quarta: Quel pane da spartire

13. Quale libertà nella redistribuzione del lavoro?

Progresso tecnico e problematicità dello sviluppo - Implicazioni dello sviluppo capitalistico - I mutamenti che intervengono nello sviluppo - La questione delle forme della soggettività - Soggettività ed essere sociale - La riduzione del tempo di lavoro tra libertà e necessità - La teoria dei due mondi - Microcosmo e macrocosmo ovvero il rapporto che intercorre tra individuo e società - Essere sociale e universalità degli individui - Contro l'idealizzazione del microsociale

14. Perché la riduzione del tempo di lavoro deve intervenire a parità di salario

II duplice rapporto implicito nel lavoro - Le ingannevoli mediazioni tra il dare e l'avere - Svolgimenti contraddittori del dare e dell'avere - La preparazione al cambiamento: il fordismo - II rovesciamento di prospettiva implicito nel keynesismo - I mutamenti nei rapporti di proprietà impliciti nello Stato sociale - La questione del prelievo - II rapporto lavoro morto/lavoro vivo, ovvero la chiave di lettura del-l'aumento di produttività - L'appropriazione collettiva del plusprodotto - L'affermarsi dello Stato asociale e il riemergere della disoccupazione

 

Conclusioni

Le condizioni per rivendicare la riduzione del tempo di lavoro - Riduzione del tempo di lavoro e genesi dell'individuo sociale - La redistribuzione del lavoro, cruna per lo sviluppo

Ultima modifica: 20 Settembre 2023