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Quaderni di Formazione online

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Oltre il capitalismo per scelta o per necessità? (Da l’uomo sottosopra) (Seconda parte)

 

 

GIOVANNI MAZZETTI

Quanti sono interessati ad approfondire i problemi contenuti nei testi di volta in volta proposti possono farlo scrivendo a bmazz@tin.it.

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Presentazione

Nel precedente quaderno abbiamo provato a dipanare la matassa del problema posto a suo tempo da Claudio Napoleoni sulla validità del ricorso alla categoria marxiana dell’alienazione in rapporto alla comprensione delle dinamiche proprie della società moderna.  In questo secondo quaderno ci confrontiamo invece con la critica a Marx, ben più radicale, avanzata da Colletti.  La tesi di Colletti è semplice: il metodo scientifico esclude la possibilità di ricorrere alla categoria della contraddizione.  Poiché questa categoria nella teoria di Marx è centrale, la sua analisi andrebbe accantonata. Un passaggio che, dopo essere stato a lungo uno degli intellettuali di riferimento del pensiero marxiano, Colletti ha attuato negli anni settanta.

Nel testo si riprendono le argomentazioni che hanno giustificato questa sorta di abiura, per dimostrare la loro sostanziale erroneità. Perché è importante approfondire questa tematica?  Perché se si rinuncia alla categoria della contraddizione si è completamente disarmati di fronte ai problemi che investono la nostra società.

Ad esempio: la disoccupazione è una contraddizione, e il suo dilagare da oltre un quarantennio può essere spiegato solo per uno svolgimento contraddittorio della realtà sociale.  Certo ci si può affidare, come fanno in molti, alla banale spiegazione che la disoccupazione sia un qualcosa di voluto dal capitale, e cioè che sia la manifestazione di un suo potere negativo, al quale ricorre per dimostrare la sua forza. Ma come ha sottolineato più volte Marx, si tratta di un’argomentazione insostenibile e inaccettabile. A suo avviso, infatti, la riproduzione del capitale interviene sempre e soltanto attraverso l’accumulazione, cioè attraverso il reimpiego del lavoro su scala allargata.  Certo nell’orizzonte capitalistico non c’è l’obiettivo del pieno impiego, che fa la sua comparsa solo con il moderno Welfare. Il pieno impiego stabile rappresenterebbe infatti una minaccia alla possibilità di estorcere il plusvalore, per l’inevitabile aumento dei salari. Ma la ricorrente astensione dall’investimento può avere solo natura ciclica, appunto perché altrimenti il capitale stesso non potrebbe garantire la riproduzione della società, facendo dissolvere la sua stessa egemonia.

Analogamente costituisce una contraddizione l’insieme dei fenomeni che stanno distruggendo l’equilibrio ambientale, ai quali il capitale stesso sta dimostrando di non sapere far fronte.

Un approfondimento del ruolo che le contraddizioni hanno nell’attuale situazione sociale seguirà nella terza parte del testo, pubblicata sul prossimo quaderno.

 

 

 

 

L’approfondimento di questa tematica si articola nel modo seguente:

 

Parte prima (Quaderno n. 4/2017)

1. Quale approccio al problema dell'alienazione?

Dov'è la porta?

2. Rifondare l'economia politica o spingersi al di là di essa?

Che cos'è l'alienazione secondo Napoleoni

3. Per un approccio non mistico alla questione dell'alienazione

L'alienazione svelata

 

Parte seconda (Quaderno n. 5/2017)

1. L'alienazione e il metodo della scienza

2. Scienza e critica: due forme opposte del sapere?

3. Per una conoscenza coerente con la condizione umana

L'uomo come realtà in formazione

4. Alienazione, utopia e feticismo

 

Parte terza (Quaderno n. 6/2017)

1. La nostra alienazione attuale e i compiti che essa impone

Appagamento volgare o coerente insoddisfazione?

Quale forma assume la fuoriuscita dal capitalismo?

2. Il principio propulsore dei cambiamenti di questo secolo

Lo statalismo come coerente evoluzione del capitalismo

L'uomo contemporaneo: un analfabeta della socialità

3. Conclusioni

Ultima modifica: 20 Settembre 2023