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Quaderni di Formazione online

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Prima che giunga il termine

Riflessioni odierne sulla difficoltà di spingersi

 

Oltre il pieno Impiego

Pur disponendo di una teoria della crisi e della nuova base della ricchezza

 

Conclusioni

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Presentazione

 

Presentiamo qui le brevi conclusioni del testo del 1984. La forma apodittica dell’esposizione derivava dalla convinzione di poter trasformare, in un arco di tempo ragionevole, l’obiettivo della riduzione della giornata lavorativa attraverso la redistribuzione del lavoro un obiettivo politico. La storia successiva ha smentito la praticabilità di questa prospettiva

Glosse (auto)critiche

 

Le conclusioni del testo testimoniano una sostanziale ingenuità storica.  Non si teneva alcun conto del fatto che la resistenza a convenire sul paradigma della crescente difficoltà di riprodurre il lavoro, e della necessità di ridistribuirlo non avrebbe lasciato la situazione invariata. In tal modo si rimuoveva l’eventualità che quella resistenza avrebbe via via fatto avvitare la società su se stessa, per l’incapacità di procedere coerentemente con la contraddizione emersa. È palese che all’epoca le forze disgregatrici dei rapporti sociali venivano percepite, nel prospettare l’evoluzione probabile, solo in modo astratto, cosicché si finiva col presumere che la possibilità di imboccare la via necessaria ad evitare la crisi non si sarebbe dissolta, come invece è avvenuto.

La storia successiva ha fatto piazza pulita di questa illusione, per cui siamo costretti oggi a misurarci con quelle forme di esperienza, con quelle convinzioni ereditate da inizio Novecento, con quegli interessi conflittuali che stanno facendo regredire la società a situazioni sempre più confuse e potenzialmente distruttive.

Speriamo, col lavoro che stiamo svolgendo in questi anni, di riuscire a misurarci con questa parte, indubbiamente sgradevole, della realtà sociale.  Cercheremo di farlo aiutandoci anche con la ricostruzione di quelle crisi che in passato sono sfociate in fenomeni distruttivi così radicali da permettere agli esseri umani di riconoscere la loro totale impotenza solo dopo la catastrofe. Auspichiamo così di essere in grado di indicare un’apertura al nuovo meno volontaristica, che fa i conti con le forze distruttive che hanno preso il sopravvento negli ultimi decenni.

Ultima modifica: 20 Settembre 2023